SHAMPOO? NO, GRAZIE. IO SCELGO IL GHASSOUL!

Già da qualche anno ho aderito al partito “No Poo”. Stanca dei miei capelli grassi, che si sporcavano continuamente e che richiedevano lavaggi frequenti, ho sempre cercato, fin da ragazzina, uno shampoo

che potesse aiutarmi: da quello tradizionale comprato al supermercato fino a quello certificato eco-bio, acquistato in erboristeria, sinceramente i risultati non sono mai stati veramente soddisfacenti. Allora un bel giorno mi sono chiesta: “Ma una volta, prima dello shampoo, come ci si lavava i capelli?”. Ho fatto un po’ di ricerche e ho scoperto diverse usanze tradizionali che avevano in comune l’utilizzo dei legumi. Avete presente quella schiuma che si forma quando si fanno bollire i legumi? Oppure quando si prepara la pastella per la farinata ligure? Ecco, quella schiuma è costituita da saponine, molecole che prendono il loro nome dalla pianta Saponaria Officinalis, utilizzata un tempo per lavare la lana, e dotate di proprietà emulsionanti e schiumogene, oltre che antiinfiammatorie, cicatrizzanti e antiedemigene. Le donne di una volta si lavavano i capelli utilizzando l’acqua di cottura dei legumi oppure impastando la farina di ceci con acqua.

Potevo io farmi mancare questo esperimento? Certo che no! Per qualche mese, armata di pazienza, ho utilizzato sotto la doccia un impasto di acqua e farina di ceci, arricchito con un po’ di aceto, per mantenere il pH acido del cuoio capelluto, e di qualche goccia di olio essenziale per profumare. Lo conservavo in un piccolo contenitore in frigorifero, così da non doverlo preparare nuovamente ad ogni lavaggio. Il risultato? Molto buono! Nel senso che la farina di ceci lava veramente e sgrassa i capelli in profondità, forse addirittura troppo. L’aspetto negativo, oltre all’eccessiva secchezza, è la difficoltà del risciacquo, che richiede abbastanza cura se non si vuole uscire dalla doccia con grumi di farina di ceci tra i capelli. Soddisfatta, però, complessivamente del risultato, ho continuato con le mie ricerche e sono arrivata alla scoperta di quello che sarebbe diventato e che è rimasto nel tempo il mio migliore alleato: il mio amato ghassoul.

Chiamato anche rhassoul o “terreno che lava”, è un’argilla vulcanica raccolta in Marocco e rappresenta un elemento essenziale dei riti dell’hammam. A differenza di shampoo e saponi, il ghassoul non contiene tensioattivi e pulisce secondo un processo fisico. Presenta, infatti, una capacità di scambio molto elevato di cationi, che indica proprietà molto buone di adsorbimento. Con adsorbimento si intende la capacità di fissare molecole sulla superficie e ciò è dovuto al fatto che le argille sono cariche negativamente. La carica negativa, spiegata dalla presenza di minerali, attirerà gli ioni positivi, scambiandoli  una volta a contatto con la pelle. L’argilla quindi remineralizza  e disintossica, scambiando i suoi sali minerali con le tossine e le impurità della pelle.

Questa argilla si presenta come una polvere e viene usata dalle donne marocchine sia per i capelli che per il corpo. Non altera il pH cutaneo, quindi non richiede nessun trattamento con aceto, lascia i capelli morbidissimi e così pettinabili da rendere l’utilizzo del balsamo addirittura superfluo, anche sui capelli più ricci. Per gli scettici faccio notare quanto i capelli delle donne africane siano ricci e crespi in confronto a quelli della popolazione bianco-caucasica, quindi se il ghassoul funziona con loro è praticamente impossibile non ottenere buoni risultati.

Come si utilizza? Semplicemente miscelato ad acqua. Io preferisco mischiarlo in un contenitore fino ad ottenere una pastella densa, che può essere arricchita con oli essenziali a seconda del tipo di capelli. È assolutamente inodore, quindi l’olio essenziale fungerà anche da profumazione, però scordatevi gli odori persistenti tipici dei prodotti chimici. Si applica sul cuoio capelluto, si massaggia bene e si risciacqua. Non serve applicare il ghassoul sulla lunghezza dei capelli perché la produzione di sebo è solo a livello del cuoio capelluto. Si risciacqua benissimo e velocemente, non lascia residui e, per mia esperienza personale, posso garantire che è sufficiente un solo lavaggio anche per i capelli più grassi, mentre prima, quando usavo lo shampoo, dovevo sempre fare due applicazioni. I capelli rimangono morbidi e puliti molto a lungo: non interferisce, infatti, con il nostro equilibrio sebaceo come fanno invece gli shampoo tradizionali i quali, sgrassando così tanto con i loro tensioattivi aggressivi, provocano come reazione inversa di difesa un’iperproduzione di sebo, con il risultato che i capelli, dopo un giorno, andrebbero nuovamente lavati.

Il ghassoul, inoltre, è molto economico, non inquina ed è completamente biodegradabile, aspetto che non si ritrova in nessuno shampoo, nemmeno in quelli certificati eco-bio.

Cosa aspettate a provare? Potete trovare il ghassoul nelle erboristerie più fornite (poche, per la verità), nei centri benessere e spa di origine marocchina (tipo hammam) o semplicemente ordinarlo online.

Unico accorgimento: per chi da anni, e penso praticamente tutti, utilizza lo shampoo, non si scoraggi al primo tentativo! I capelli sono così pieni dei siliconi presenti nei prodotti tradizionali che le prime applicazioni di ghassoul potrebbero sembrare deludenti. Tenete duro qualche settimana e quando finalmente avrete eliminato tutti questi siliconi proverete l’ebrezza, per la prima volta dopo tanto tempo, di toccare veramente i vostri capelli e non quella pellicola siliconica che dà solo un’apparenza di morbidezza e salute.

Parafrasando una famosa pubblicità: per capelli non solo “visibilmente più sani” ma “veramente più sani”!

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