Fin dai tempi più antichi l’umanità ha sempre utilizzato i minerali riconoscendone, a seconda del dosaggio, le proprietà curative o tossiche. Bisogna però aspettare gli anni 30’ del 1900 per assistere all’introduzione degli oligoelementi in campo medico.
Il medico francese Jacques Ménétrier fu il primo a somministrare gli elementi minerali in dosi infinitesimali, diventando il padre dell’oligoterapia catalitica.
Gli oligoelementi sono elementi minerali presenti nell’organismo umano in concentrazioni inferiori allo 0,01% della massa corporea. Li ritroviamo nel nostro corpo come costituenti di ormoni, come parti attive di molecole (ad esempio il ferro nell’emoglobina) e come cofattori enzimatici. È proprio quest’ultimo aspetto quello più interessante: gli oligoelementi, infatti, entrando a far parte delle molecole enzimatiche, favoriscono numerosissime trasformazioni biochimiche che avvengono quotidianamente nel nostro corpo. In quanto catalizzatori, tali elementi possono favorire e accelerare le reazioni biochimiche per restare al termine delle stesse nuovamente disponibili. Ecco quindi che una loro carenza, definita ametallosi, si traduce velocemente in una carenza enzimatica che porta all’instaurarsi di malattie funzionali. Le malattie funzionali sono quelle condizioni in cui non è ancora lesionato l’organo ma risulta solo alterata la sua funzione. Gli oligoelementi sono proprio fondamentali per mantenere questo equilibrio metabolico.
La somministrazione di oligoelementi in dosi subponderali permette di distinguere l’oligoterapia catalitica dell’oligoterapia nutrizionale la quale, invece, prevede la somministrazione di dosi massicce di elementi sotto forma di integratori alimentari. Per comprendere la differenza tra questi due approcci è fondamentale chiarire il concetto di chelazione. Secondo Ménétrier le condizioni di vita attuali, caratterizzate da abuso di farmaci, malattie, sostanze inquinanti (anche nel cibo), provocano un blocco degli oligoelementi con inattivazione totale o parziale delle funzioni enzimatiche. Tale fenomeno prende il nome di chelazione. Gli integratori nutrizionali, così carichi di elementi, si rivelano quindi non sempre utili in quanto gli oligoelementi in essi contenuti vengono immediatamente chelati e inattivati. Al contrario, le dosi subponderali dell’oligoterapia catalitica sono in grado di attivare enzimi capaci di dechelare gli oligoelementi già presenti nell’organismo ma resi inattivi sempre a causa del fenomeno della chelazione.
Essendo, quindi, la scelta del giusto integratore un concetto complesso, è bene diffidare del fai-da-te ma rivolgersi ad un professionista.