Il 2 febbraio si celebra la festa della Candelora. Secondo la tradizione cattolica in questo giorno si ricorda la presentazione di Gesù al tempio e, contemporaneamente, la purificazione di Maria. Il 2 febbraio cade, infatti, esattamente 40 giorni dopo quel 25 dicembre, universalmente riconosciuto come il giorno della nascita di Gesù. All’epoca, e successivamente anche nella tradizione contadina europea, si riteneva che la donna dovesse rimanere in casa nei 40 giorni dopo il parto, praticando una sorta di quarantena. Lo scopo era quello di riposarsi, purificarsi e proteggersi da influenze negative che avrebbero potuto avere conseguenze dannose per la mamma e il bambino.
Il nome “Candelora” allude, inoltre, al fatto che in questa giornata si è soliti benedire le candele. Questa pratica deriva da antichissime usanze pagane che celebravano in questi giorni la primavera ormai alle porte. “Imbolc”, così si chiamava, era una festa molto sentita nel mondo celtico durante la quale si accendevano piccoli falò allo scopo di ingraziarsi la Dea della Luce. L’allungamento delle giornate veniva salutato con grande trepidazione, in attesa che la Terra ritornasse ad essere fertile, esattamente il 2 febbraio, a metà dell’inverno astronomico (il punto medio tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera).
La tradizione cristiana ha scelto questo giorno, anticamente legato alla luce e al fuoco, per ricordare Cristo, l’Essere che ha portato la Luce Spirituale nel nostro mondo. Ecco perché, se vogliamo vivere in armonia con le leggi del Creato, questi giorni della Candelora ben si prestano a celebrare i nuovi inizi: si potrebbe mettere le basi per un nuovo progetto, cambiare un’abitudine, pianificare gli obiettivi per l’anno o cimentarsi in una piccola quarantena, rinunciando per 40 giorni a qualcosa o introducendo una novità nelle nostre vite. I primi giorni di febbraio ci chiedono di celebrare metaforicamente la “morte” del buio e del freddo invernali e di proiettarci con fiducia e speranza verso le luminose giornate primaverili. Sarebbe, quindi, ottimo organizzare un falò oppure semplicemente liberarsi di cose vecchie che non vogliamo più o ancora dedicarsi ad una pulizia più accurata della casa, attraverso la quale spazzare via le energie stantie dell’inverno.
Ispirandosi all’antica pratica della benedizione delle candele, è carino dilettarsi con tutta la famiglia nella realizzazione di candele di cera d’api, per poi cenare a lume di candela.
Non dimentichiamoci, inoltre, gli antichi detti popolari, che prevedevano l’andamento meteorologico sulla base della giornata del 2 febbraio:
“Quando vien la Candelora
de l’inverno semo fora;
ma se piove o tira il vento
de l’inverno semo dentro.”
”Per la Santa Candelora
se nevica o se plora
dell’inverno siamo fora,
ma se l’è sole o solicello
siamo sempre a mezzo inverno”