Quando si parla di cosmesi e prodotti cosmetici le prime domande da porsi dovrebbero essere le
seguenti: sappiamo veramente cosa ci spalmiamo?
Siamo realmente coscienti degli ingredienti contenuti in creme, saponi, shampoo, balsamo, rossetti, deodoranti …? Sono naturali? E cosa significa “naturale”? Possono creare problemi alla nostra salute?
Il mondo della cosmesi eco-bio è molto vasto e complesso. Per prima cosa cerchiamo di
comprendere cosa significhi la dicitura eco-bio:
• Eco: abbreviativo di ecologico. I cosmetici tradizionali che troviamo al supermercato
inquinano. Non solo finiscono nelle acque di mari e laghi contribuendo al fenomeno
dell’eutrofizzazione ma finiscono per intossicare gli animali acquatici entrando direttamente
nella catena alimentare. La cosmesi eco-bio adotta come prima regola la salvaguardia
dell’ambiente prediligendo ingredienti il più possibile eco-compatibili e biodegradabili e
preferendo processi produttivi (incluso il packaging) a ridotto impatto ambientale.
• Bio: abbreviativo di biologico. Gli ingredienti di origine vegetale utilizzati dalla cosmesi
eco-bio provengono da agricoltura biologica e sono altamente biodegradabili. Vengono
evitati il più possibile i prodotti di sintesi.
Nel settore della cosmesi biologica non esiste ancora una norma di riferimento a livello
internazionale. Si può aderire a un codice di autoregolamentazione, su base volontaria, e adottare un marchio per la produzione di cosmetici bio ecologici (Icea in Italia, Ecocert in Francia, Soil in
Inghilterra, Bdih in Germania). Qui di seguito sono riportati alcuni marchi di certificazione che
possono aiutare il consumatore a scegliere un cosmetico eco-bio.
Le certificazioni Natrue e Cosmos sono invece accettate a livello europeo:
Uno strumento molto utile e divertente che può aiutare il consumatore inesperto a destreggiarsi nel mondo di ingredienti cosmetici sconosciuti e dai nomi complicati è il biodizionario. Il sito internet www.biodizionario.it è un motore di ricerca nel quale è possibile inserire gli ingredienti
cosmetici e leggere la valutazione data dal suo fondatore, il chimico Fabrizio Zago, esperto di formulazioni ecologiche. Le risposte sono molto chiare essendo espresse attraverso un semaforo verde, giallo o rosso che intuitivamente ci aiuta a comprendere la pericolosità di un ingrediente.
In generale un cosmetico eco-bio non deve contenere una lista di 1350 sostanze chimiche,
purtroppo abitualmente presenti nei prodotti tradizionali, considerate “a rischio”, ovvero
allergizzanti, irritanti o nocive per la salute. Le sostanze più utilizzate e più pericolose che sarebbe
opportuno evitare sono:
• Coloranti e profumi sintetici (irritanti sulla pelle, potenzialmente tossici e cancerogeni)
• Etossilati (sono molecole modificate ritenute allergizzanti)
• Siliconi, cere siliconiche (non biodegradabili, danneggiano la pelle ed i capelli)
• Petrolati e paraffine (derivati dal petrolio, comedogenici, frenano la traspirazione
epidermica)
• PEG e PPG (glicole polietilenico e polipropilene, derivati da gas velenosi)
• Bromo-cloro-jodio-fluoro (composti alogeni organicati, tossici).
• Tensioattivi cationici, anionici, anfoteri (generalmente irritanti)
• EDTA (complesso tossico non biodegradabile)
• Urea (Imidazolidinyl) e DMDM Hydantoin, altri cessori di formaldeide (conservanti,
rilasciano formaldeide)
• DEA-MEA-TEA (formano nitrati e nitrosamine, agenti cancerogeni)
• O.G.M. (organismi geneticamente modificati)
Attenzione, perché queste molecole, bandite dalla cosmesi eco-bio, sono contenute praticamente in tutte le creme, nei prodotti da trucco, nei cosmetici da risciacquo (bagnoschiuma, shampoo, balsamo), nei dentifrici e persino nei cosmetici destinati ai bambini e venduti a caro prezzo.
Per scelte consapevoli che tengano conto del benessere dell’uomo e dell’ambiente il consiglio è
quello di consultare il biodizionario o semplicemente di acquistare prodotti che riportano sulla
confezione il marchio di certificazione. Ad oggi questa è l’unica garanzia di qualità che abbiamo!
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