Il 21 dicembre cade il solstizio d’inverno, il giorno più corto dell’anno, quello in cui le ore di buio superano quelle di luce. Da qui in poi le giornate ricominciano ad allungarsi. L’uomo antico viveva questo periodo con un profondo senso di
solitudine e abbandono: il sole, fonte di vita primaria, sembrava allontanarsi sempre più e sulla Terra regnavano buio e freddo. Allo stesso modo, nella sua interiorità, gli esseri umani sperimentavano il dolore di chi si sente abbandonato a se stesso, privato della luce e del calore solari ma anche del sostegno e della protezione divini.
All’occhio più spirituale, invece, il momento del solstizio d’inverno appare in tutt’altro modo. Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, descrive questo periodo dell’anno come quello della massima inspirazione della Terra. Paragonando la respirazione annuale della Terra ad un ciclo respiratorio umano, le stagioni si susseguono come le fasi di inspirazione ed espirazione. Secondo questa visione, l’inverno corrisponde al momento in cui tutta l’aria è nascosta nei polmoni, così come, al di sotto di un manto di neve, il mondo vegetale si nasconde e si riposa, in attesa della nuova primavera. Nella stagione invernale la Terra si presenta come un essere completamente chiuso in se stesso, che ha aspirato tutti gli esseri elementari che in estate permeavano il cosmo e che, a partire dalla festa di San Michele, avevano cominciato il loro cammino di ritorno. All’apparente morte della natura, quindi, corrisponde invece la massima spiritualizzazione della Terra, la quale, proprio in questo periodo, nasconde nel suo grembo l’intera spiritualità.
L’arcangelo reggente della porta del solstizio d’inverno è Gabriele, colui che è chiamato a portare all’uomo e alla Terra le forze del nutrimento. È Gabriele che dona agli esseri umani le energie che presiedono la nutrizione e che, allo stesso tempo, nutre i semi che in inverno riposano nel buio umido del terreno.
Solo in quest’atmosfera magica potevano esserci le condizioni giuste affinché l’Essere Solare, chiamato anche Logos o Cristo, scegliesse di incarnarsi in un corpo umano. Grazie alla Sua venuta e alla Sua penetrazione nella Terra una nuova Luce ha cominciato a splendere, proprio nel momento di massima oscurità. Solo così i sentimenti di solitudine e abbandono che l’umanità sperimentava attorno al solstizio d’inverno hanno potuto essere sostituiti da gioia, calore, bontà e amore, trasformando la morte apparente in una festa della Nascita. Le candele e le luminarie che accendiamo in questi giorni sull’albero sono un simbolo della scintilla divina che si è accesa nelle anime umane, del mistero del trionfo della vita sulla morte che ogni anno, nuovamente, si rinnova. È questo il messaggio del Natale, l’annuncio che è possibile superare le tenebre solo accettandole e cercando nel buio la Luce dello Spirito.
Dorme l’anima della Terra
nell’afa dell’estate:
chiaro si irradia
il riflesso del Sole
nello spazio esterno.
Veglia l’anima della Terra
nel gelo dell’inverno:
splende spiritualmente
il vero Sole
nell’essere profondo.
Il lieto giorno estivo
è sonno per la Terra;
la sacra notte invernale
è per la Terra, giorno.
(Rudolf Steiner, Parole di verità)
Forse si riesce a sentire meglio la voce dello spirito nel silenzio imposto di questi giorni.